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Il silenzio nella città

L’Eremo del Silenzio di Torino, di cui Juri Nervo è uno dei fondatori, ha sede in un ex carcere ed è luogo di accoglienza gratuita e non giudicante, luogo di silenzio per vivere l’eremitaggio singolarmente e comunitariamente pur nel caos urbano. Con la semplice formula della domanda e risposta, l’autore presenta l’esperienza e la realtà dell’Eremo, ne sviscera la natura e il significato in 14 brevi capitoletti: – Il silenzio – L’eremo in città – Spirito, anima, corpo… e cervello – Il tempo e le abitudini – La preghiera – Dal Dio presente alla presenza di Dio – La comunicazione – Il cibo – La natura – Il lavoro – Gli spostamenti – La città – La santità – L’icona dell’Abbraccio

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L’Eremo del Silenzio

Juri Nervo è un giovane come tanti, almeno in apparenza: sposato, attivo nel sociale… e la sua vita nasconde il segreto di una continua ricerca di senso. Da anni lavora nell’ambito del disagio: carceri, scuole, ospedali, sono solo alcuni dei luoghi da lui abitati che gli regalano l’occasione quotidiana di dare forma alla sua ricerca spirituale. Tutto ciò lo ha portato, negli anni, a dare vita a una serie di proposte che si sono poi trasformate in veri e propri punti di riferimento, a Torino e non solo: la Pedagogia della Lumaca e del Silenzio nelle scuole, per esempio, che sviluppa campagne su bullismo e mediazione; o l’associazione EssereUmani. Negli ultimi anni ha seguito la sua vocazione che ha trovato forma nelle ex carceri torinesi “Le Nuove”, attraverso quello che egli ha voluto chiamare “L’eremo del silenzio”. La sua esperienza umana e cristiana, raccontata in questo libro, è un appello a tutte le donne e uomini di buona volontà ad ascoltare il richiamo più profondo e a camminare per realizzare un’interiorità possibile anche nei nostri confusi giorni.

Prefazione di Agnese Moro.

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La cella e il silenzio

Juri Nervo, piccolo fratello secolare, sposato, fondatore dell’Eremo del Silenzio situato in un ex carcere, un giorno scopre Chiara M. attraverso i suoi libri, e decide di contattarla via mail.
Fin da subito nasce tra Juri e Chiara un’intesa spirituale che sorprende loro stessi per primi. Ambedue scoprono che le immagini della prigione e del
silenzio, che entrambi vivono in modo diverso (l’uno nell’Eremo e vicino anche alle persone in carcere, l’altra con la malattia che il tempo ha trasformato nella sua ‘cella’), possono diventare i simboli della ferita umana e della speranza che apre alla ricerca di Dio.
Tutto quel che accade dopo, è una semplice conseguenza dell’originaria intuizione di Juri e Chiara. Il loro dialogo per posta elettronica diventa fitto, affronta le grandi domande e i temi esistenziali sui quali ambedue si interrogano e che possono interessare ciascuno di noi: l’infinito, l’amore, la santità, il dolore, il perdono fino al grande tabù della morte.
Ne nascono pagine indimenticabili, che si offrono al lettore in cerca di speranza come un modernissimo “dialogo fraterno dell’anima”.

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